Summer mania
Si chiama summer mania ma non è una compilation estiva. E’ il nome che gli psichiatri americani, già nel 1978, hanno dato ad un fenomeno che riguarda le persone affette da disturbo bipolare e che si verifica in estate. Il disturbo bipolare è un disturbo dell’umore caratterizzato dall’alternanza di periodi maniacali – in cui l’umore è eccessivamente elevato, ci si sente onnipotenti, si mettono in atto comportamenti impulsivi e spesso pericolosi – e periodi depressivi in cui è difficile persino lasciare il divano di casa. Secondo uno studio effettuato nel 2015 in Polonia che ha esaminato 2837 accessi ospedalieri, la maggior parte dei ricoveri per mania avvengono in primavera ed estate. Sembra dunque che esista una correlazione tra la temperatura ma soprattutto le ore di luce e di esposizione al sole e l’acuirsi dei sintomi maniacali. Se consideriamo che l’acuirsi della mania, in alcuni soggetti, può portare alla messa in atto di comportamenti violenti contro sé o il prossimo, possiamo comprendere il significato di un altro studio, effettuato nel 2018 in 20 paesi diversi, che dimostra come nei primi mesi estivi il numero di suicidi sia il più alto in assoluto.
Ma c’è di più. L’Università di Berkeley ha realizzato una ricerca sugli effetti collaterali dei cambiamenti climatici in cui si ipotizza che l’aumento delle temperature a livello globale provocherà, nel tempo, un incremento dei tassi di violenza. Secondo gli scienziati americani, due gradi centigradi in più corrisponderebbero ad un aumento del 15% del tasso di criminalità relativo ai crimini contro la persona. Questi studi sembrano confermare la famosa “legge termica del crimine” di Adolphe Quetelet, secondo cui nelle stagioni calde aumentano i crimini contro le persone, mentre nei mesi freddi quelli contro la proprietà.
Se uniamo tutti questi dati, è facile capire come – a differenza di quanto siamo portati a pensare – l’estate non sia un momento facile per chi soffre di patologie mentali e come questo possa anche tradursi in un aumento dei tassi di suicidi e omicidi.
Mentre in inverno si assiste ad un aumento degli episodi depressivi, con ipersonnia, alimentazione incontrollata e letargia, in estate sono l’insonnia, l’ansia e la psicosi a manifestarsi con maggiore frequenza. Ce lo conferma anche il dato delle vendite di benzodiazepine, ansiolitici e antipsicotici, che in estate registra un cospicuo incremento. Se da una parte questi farmaci si consumano di più, dall’altra sarebbero da assumere con maggiore cautela proprio nei mesi estivi: sia gli antipsicotici che gli antidepressivi possono inibire il meccanismo di sudorazione, diminuire la termoregolazione a livello centrale e ridurre lo stato di vigilanza, aumentando il senso di confusione e rendendo chi li assume incapace di adottare strategie difensive quando necessario.
A dispetto delle credenze comuni, dunque, l’estate può avere un impatto non sempre positivo sulla nostra salute mentale e averne consapevolezza può fare la differenza.